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CHIEDO NOTIZIE DI VITA O DI MORTE Così si intitola il libro
dedicato al cappellano militare Don Giovanni Rossi che assieme
ai Granatieri di Sardegna, condivide l'esperienza drammatica
della vita al fronte. Rossi è un montanaro, è nato ad Asiago, in
contrada Sasso, il l° luglio 1886, ha alle spalle un'infanzia
faticosa segnata dalla povertà e dall' emigrazione, una
giovinezza trascorsa in seminario. Con i granatieri al fronte
Don Rossi fu testimone e protagonista con i Granatieri di
Sardegna nel corso della guerra, di alcuni attacchi, in
particolare riguardanti la decima e undicesima battaglia
dell'Isonzo, don Giovanni Rossi ci ha lasciato una testimonianza
inedita, un piccolo diario manoscritto, poche intensissime
pagine che costituiscono il resoconto doloroso e personale non
solo di cruente offensive, ma soprattutto delle tribolazioni dei
combattenti, gli assalti furiosi, i bombardamenti feroci, i
tentativi di sfondamento, la morte di centinaia di soldati.
Frammenti di guerra La nostra escursione parte dagli appunti che
don Giovanni Rossi ha scritto su due minuscoli taccuini di cm. 8
x 12 scritti a caratteri fitti, a tratti illeggibili, buttati
giù un po' col lapis viola un po' con la stilografica o la
matita, in fretta, fra un assalto e l'altro, sotto il tiro
incrociato e rabbioso delle artiglierie. |
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I Granatieri il
23 maggio sono trasferiti in zona operativa e precisamente a
Bonetti (località al chilometro sette della statale n° 55
dell'Isonzo) da dove, per un labirinto di camminamenti e trincee
raggiungono la linea del fuoco. Dal 24 maggio, secondo tragico
anniversario dell' entrata in guerra, i reparti dei due
reggimenti sono mandati all'assalto delle quote 219, 235, 241.
Dal 23 al 28 maggio per la decima volta si combatte sulla linea
dell'Isonzo con 1'obiettivo di sfondare le difese
austro-ungariche. Scrive don Rossi: Boneti 17 luglio -
Giornata serena, calore benché il sole un po' velato. Le stesse
case bucate. Un camion scende dalla strada adagio. È carico di
feriti. La sala mortuaria è piena zeppa di cadaveri, attendono
la sepoltura. Da per tutto baracche costruite e in costruzione.
La trattrice ritorna adagio, fumando, rumoreggiando sulla strada
del Vallone verso Doberdò. Ha trainato due pezzi da 305 che li
stanno piazzando - altrove costruzione di piazzola per li stessi
pezzi. Un camion più veloce sorpassa l'automobile. Rifanno i
cimiteri. Da
Bonetti parte l'itinerario che ripercorrerà gli stessi luoghi
del nostro cappellano militare nel maggio - settembre 1917.
Dai taccuini di don Giovanni Rossi 23 maggio 1917 scrive don
Rossi: Per tutta la notte del 23 maggio si marcia nei
camminamenti sotto un terribile fuoco di sbarramento nemico e
all' alba si presenta la quota 235, scura misteriosa. Avanti,
comincia la battaglia. Noi siamo in mezzo. Scoppiano vicinissime
le granate. La battaglia si fa sempre più violenta. 24 maggio
1917: Il 24 maggio all' alba si scatena un forte fuoco nemico e
per l'intera giornata su tutta la fronte i reparti si battono in
modo feroce. |
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