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Il paese di Jamiano-Jamlje situato in provincia di Gorizia è un
nucleo abitato e un nodo stradale molto antico. Fu oggetto di
contesa confinaria tra Venezia e l'Austria che ne venne in
possesso definitivamente nel 1753. Nel 1783 divenne regia ed
imperiale stazione di posta sulla strada del Vallone tronco
importante sulla direttrice Vienna-Trieste. Per raggiungere il
punto di partenza dell’itinerario bisogna percorrere la s.s. 55
del Vallone in direzione Gorizia per chi proviene da Monfalcone
o Trieste. All’altezza di un’ampia curva, poco prima
dell’abitato di Jamiano si apre sulla destra uno spiazzo
sterrato dove si possono parcheggiare gli automezzi. Proprio di
fronte, ben visibili ci sono le strutture di controllo e
pompaggio del metanodotto ed è da questo punto che inizia
l’itinerario proposto che si svolge prima verso la caverna
Filliger-Ricordi per poi proseguire verso le pendici di quota
144 e la cima del Debeli. |
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La zona delle alture di Jamiano fu
teatro di sanguinosi scontri durante la VII e VIII battaglia
dell’Isonzo. Dopo la VI battaglia conclusasi con la presa di
Gorizia le truppe italiane erano aggrappate all’arco delle
alture del m.te Santo, il m.te S. Gabriele e S. Marco ed ai
gradoni pietrosi del carso del Veliki Hirb, del Pecinca, di
quota 208 e quota 144 che dal Vallone salgono verso la valle del
Vipacco. Il 14 settembre 1916 segnò l’inizio della VII offensiva
italiana che nell’intento del Comando Supremo doveva avere
carattere risolutivo proprio nel settore del fronte carsico. Lo
schieramento vide le truppe del XI corpo della III armata
impegnate nel settore di Gorizia, mentre quelle del XIII e del
VII dovevano assecondare l’azione più a sud nella zona di Nova
Vas e Jamiano. Infatti il giorno 16 si combatté aspramente nei
pressi di quota 144 e nei pressi di Jamiano, dove gli
austro-ungarici dell’I.R. V armata, pur opponendo un’accanita
resistenza, dovettero cedere alla pressione dei fanti della
brigata Cremona ed ai cavalleggeri appiedati del rgt. Genova che
riuscirono ad attestarsi sul versante settentrionale di quota
144. Il 27 settembre a causa del maltempo e dall’esigenza di
rafforzare le posizioni il Comando italiano sospese l’azione su
tutto il fronte dell’offensiva. L’azione riprese il 9 ottobre
con un violentissimo bombardamento dell’artiglieria italiana su
questa zona. Il mattino del 10 con i fanti lanciati all’assalto
iniziava l’ottava battaglia dell’Isonzo che vide, nel settore
del VII corpo d'armata, la 16.ma divisione sorpassare quota 144,
giungere fino a Jamiano per poi venir più tardi respinta sulle
precedenti posizioni da un violento contrattacco delle truppe
austro-ungariche. I giorni che seguirono videro una continua e
violenta pressione dell’artiglieria italiana che squassò nei
tratti più vitali la prima linea austro-ungarica in questo
settore e che costrinse i Comandi I.R. ad ordinare la ritirata
delle truppe sulla linea oltre il vallone, che aveva come
principali capisaldi il Veliki Hrib, il Pecinca, quota 102 e i
paesi di Hudi Log e Lokvica. |
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