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CARSO DI MONFALCONE M.TE SEI BUSI - DOLINA DEI BERSAGLIERI
associazione culturale f. zenobi trieste
I musei all'aperto della Grande Guerra sono una bela realtà. Anche sul carso di Redipuglia ne è sorto uno. Nei pressi del Monte Sei Busi, alle spalle del Cimitero Militare, è stata da poco "restaurata" una dolina con importanti resti di strutture militari. Il lavoro, compiuto da un centinaio di volontari coordinati dalla Pro Loco di Fogliano-Redipuglia -  Sentieri di Pace, ha fatto emergere dal passato la dolina dei 500.
La Pro Loco di Fogliano-Redipuglia, dal maggio del 2004, organizza nel sito delle giornate di rievocazione storica, con il contributo della nostra associazione e delle associazioni di rivocazione locali, austriache, ceche, tedesche e slovene. Per raggiungere la dolina, si prosegua per strada dalla base del sacrario in direzione di Ronchi e poi a sinistra, superando un passaggio a livello, lungo la strada che porta alla cappella superiore del monumento. Arrivati quasi in cima, al bivio giriamo a destra per Doberdò fino a ché la strada si fa sterrata. Dopo un centinaio di metri troviamo sulla sinistra il rondò da dove parte il facile sentiero che conduce alla dolina.

All’inizio delle ostilità sul fronte dell'Isonzo, la dolina faceva parte della linea trincerata austro ungarica che, dalle alture a est di Monfalcone, proseguendo fino al San Michele, difendeva il primo ciglione carsico. I reparti italiani dalla fine di giugno ai primi di luglio avevano risalito il ciglione da Polazzo e dalla pineta di quota 89 minacciando da vicino il complesso trincerato del Monte Sei Busi. Nel corso delle operazioni della seconda offensiva, gli attacchi dei soldati italiani riuscirono a far arretrare le difese austro ungariche di un qualche centinaio di metri, occupando in parte l'altipiano che va dal Monte Sei Busi alla Crosara di Polazzo per poi salire verso San Martino del Carso. Nell'agosto del 1915 la dolina venne inglobata nel sistema trincerato italiano, che la trasformò in un punto di sostegno avanzato, si combatteva infatti un centinaio di metri più a est davanti la quota 118 del Sei Busi. Nel corso della lunga pausa invernale che fece seguito ai furiosi combattimenti della terza e quarta offensiva, la dolina subì profonde trasformazioni. Venne approfondita la caverna al suo interno che già aveva servito come comando di battaglione e ricovero feriti, mentre sulla parete più protetta si ricavò un posto di medicazione. Al centro della dolina, dove più facilmente era possibile scavare, trovarono sepoltura i corpi dei soldati caduti.
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