Premessa
La
Conferenza di Pace di Parigi (1919) che seguì alla Prima Guerra
Mondiale (IGM) è stata uno dei momenti fondamentali della storia
europea moderna: nuovi stati e nuovi confini furono istituiti,
ma allo stesso tempo, col trattato di Versailles, Clemenceau
cercò di raggiungere l’obiettivo di punire la Germania e
prevenire, temporaneamente, un altro conflitto. Tuttavia,
secondo lo storico Michael Miller, se la Conferenza di
Pace per molti versi mise in ginocchio la Germania,
contemporaneamente la collocò, in una posizione forte
all’interno dell’Europa, più forte che prima della I GM.
In questo saggio analizzerò perché la Germania occupò un posto
strategico in Europa dopo la Conferenza di Pace di Parigi e
perché la presenza di quasi quattro milioni di tedeschi fuori
dai confini dai confini nazionali rese ancora più forte il
paese. La debolezza dei neo-stati orientali
La I GM e la Conferenza di Pace di Parigi cancellarono tre
imperi: quello austro-ungarico, quello ottomano e quello russo.
Il risultato fu la creazione di diversi nuovi paesi nell’Europa
orientale, di cui la maggior parte con un confine in comune con
la Germania. Questi stati dovevano avere la funzione di
stati-cuscinetto (come avvenne dopo il Congresso di Vienna nel
1815), ma non avevano forza sufficiente a difendersi, avendo
ancora da organizzare i propri governi ed eserciti. Per questo
lo storico Miller sostiene che la Germania, dopo la I
GM, abbia avuto una posizione maggiormente strategica rispetto a
prima del 1914, con la possibilità d’invadere l’Europa Orientale
più facilmente che in passato, quando era parte della Russia o
dell’Austria. La costruzione di alleanze nell’Europa orientale
da parte della Francia è una prova a favore di tale teoria.
Le alleanze francesi con i nuovi stati orientali
La Francia sapeva che un vuoto di potere
nell’Europa Orientale poteva essere pericoloso, non solo a causa
della Germania (che aveva un esercito di solamente 100.000
uomini) ma anche per la Russia, che non era più alleata della
Francia e dell’Inghilterra, e che poteva avere intenzione di
rivedere il trattato di Riga (1921) firmato al termine della
guerra sovietico-polacca con large perdite di territorio per la
parte russa. Così la Francia decise di allearsi con la
Polonia e sostenere la Petite Entente, Piccola Intesa (1920),
un’alleanza fra Cecoslovacchia, Jugoslavia e Romania.
Considerando queste alleanze fra i nuovi stati e la limitatezza
dell’esercito tedesco, la Germania poteva sembrare non in
condizione d’invadere l’Europa Orientale. Tuttavia se la Piccola
Intesa poteva svolgere una funzione protettiva, fra i tre paesi
che la costituivano vi erano rivalità ed ostilità.
Inoltre la Polonia, il più vasto e più potente fra i paesi
istituiti dalla Conferenza, era ostile alla Piccola Intesa per
la controversia con la Cecoslovacchia per il controllo della
Tschen,
una regione tra i due stati ricca di minerali. Pertanto
per quanto i neo-stati orientali cercassero di costituire un
ostacolo al possibile espansionismo russo o tedesco, le lotte
intestine impedirono la costituzione di un’alleanza forte che ne
impedisse l’espansionismo. La creazione di un gran numero di
nuovi stati fu necessaria dopo la I GM, ma la posizione
geografica ed il vuoto di potere creatosi favorirono di fatto la
Germania. Pertanto considerando gli effetti territoriali
della Conferenza di Pace di Parigi sulla Germania, si deve
ammettere che le considerazioni di Miller sulla posizione
rafforzata della Germania sono vere. La
questione dei territori abitati dai tedeschi Una
delle condizioni più discusse del Trattato di Versailles (il
trattato riguardante la Germania firmato durante la Conferenza
di Pace di Parigi) fu l’annessione dell’Alsazia e della
Lorena alla Francia e di parte della Prussia alla Polonia.
L’obiezione prevalente dei tedeschi era che non avevano
avuto facoltà di decidere se rimanere in Germania o cambiare
nazionalità. Di fatto 4 milioni di tedeschi restarono fuori dei
confini del loro paese, ma questo favorì il sostegno
popolare alla revisione del trattato di Versailles per ottenere
l’allargamento territoriale tedesco anche in aree che non
appartenevano alla Germania ma abitate da maggioranza di lingua
tedesca. |
Ad esempio nel 1935, nella zona del bacino della Saar, che
era sotto il protettorato della Società delle Nazioni dal 1920,
si tenne il referendum per decidere l’appartenenza alla Francia
o alla Germania. La restituzione del territorio alla Germania
prevalse nettamente col 90% dei voti a favore. Ideologicamente
omogenei pur vivendo fuori dai
confini nazionali, i tedeschi condividevano l’odio e l’ostilità
verso i paesi vincitori. Essi ritenevano che la
sottrazione di territorio alla Germania non fosse equa per non
aver considerato il principio di autodeterminazione promesso da
Wilson durante la conferenza di pace, si sentivano ingannati e
pertanto autorizzati a revisionare il trattato alla prima
opportunità. Quest’ampio sostegno popolare favorì
enormemente la crescita del nazionalismo fino alle sue estreme
conseguenze rappresentate dall’ascesa di Hitler, il quale
promise la completa cancellazione del trattato di pace. In caso
d’invasione da parte di truppe tedesche, inoltre, i tedeschi
sotto il regime straniero l’avrebbero favorita o si sarebbero
uniti all’invasore, favorendone il compito. Una delle prove più
rilevanti di ciò fu l’annessione dell’Austria alla Germania nel
1938: il trattato di Saint-Germain (1919)
stabiliva che restassero due paesi distinti ma appena i Nazisti
ebbero abbastanza potere, abolirono l’articolo 88 del trattato,
includendo l’Austria come una provincia tedesca. Durante
l’invasione non vi fu nessun tentativo di difesa contro i
Nazisti (infatti viene ricordata come Blumenkrieg o guerra dei
fiori) in virtù della loro popolarità nelle zone ancora a
maggioranza germanofona. Pertanto è possibile dire che
la Conferenza di Pace di Parigi suscitò un grande senso di odio
e ingiustizia verso la Francia e gli altri paesi vincitori da
parte dei popoli che si consideravano di stirpe tedesca.
Questa rivalità, specialmente diretta contro la Francia e
l’Inghilterra, era già presente nel sentimento nazionalista
tedesco prima della guerra, ma la Conferenza di Parigi
lo trasformò in un autentico e profondo odio espresso
dall’ideologia del Partito Nazista. I tedeschi
divennero sicuramente più uniti che prima della Guerra, e questo
è probabilmente uno degli effetti più importanti del Trattato di
Versailles. Conclusioni La
Conferenza di Parigi impose senza dubbio numerose sanzioni alla
Germania rendendola inoffensiva per alcuni anni; le limitazioni
all’esercito e al territorio nonché le sanzioni economiche la
misero, temporaneamente, fuori gioco rispetto alle maggiori
potenze europee. Ciononostante alcune parti dei trattati di pace
effettivamente favorirono il processo che portò la Germania alla
Seconda Guerra Mondiale, come nel caso del rafforzamento dei
sentimenti anti-francesi e anti-inglesi dei tedeschi. Inoltre
resero più facile l’invasione di Austria e Polonia: l’Austria
era diventata un paese molto più piccolo che prima della I GM e
la Polonia, per quanto importante, era sempre un paese nuovo,
senza esperienza di guerra.
La Conferenza di Parigi ebbe molti effetti negativi
sulla Germania, ma diede ai tedeschi un nemico comune e un
obiettivo: la costituzione di un unico paese per tutti i popoli
di lingua tedesca. Tale obiettivo condusse il nazionalismo al
suo livello estremo creando il fondamento per il Nazismo per cui
è sostenibile che uno degli effetti della Conferenza di Pace di
Parigi sia stato proprio la nascita del Nazismo.
Saggio di Davide Bestagno studente IB
Impington Village College Cambridge UK |